In Friuli-Venezia Giulia sono 102 i chilometri quadrati destinati ad attività militari. Per rendere bene l’idea, parliamo di oltre due volte e mezzo la superficie della città di Pordenone.
La casa di produzione Tucker Film, stà realizzando un documentario d’inchiesta che affronta proprio questo problema. Tale iniziativa costituisce il prosieguo di un progetto nato nel 2008 nell’ambito della manifestazione culturale “Le voci dell’inchiesta”. A supporto dell’inziativa vi è un interessante sito web che vi inviatimo a visitare: http://www.primulecaserme.it
La grande presenza di uomini e mezzi in Friuli era giustificata dal timore di un attacco da parte di forze legate al Patto di Varsavia. Tale pericolo si dissolse con la caduta del muro di Berlino, nel 1989. Così dopo l’apertura delle frontiere con la Slovenia (2004) e la fine della leva obbligatoria, gran parte delle caserme vennero chiuse. Oggi, l’imponente sistema militare è stato quasi completamente smantellato.
Il demanio ha così trasferito alla Regione un significativo numero di beni, alcuni di essi poi ceduti ai Comuni nei quali si trovano. Questi sono però solo una minima parte delle caserme, arsenali, depositi, ospedali, basi, poligoni, polveriere, alloggi dell’esercito che si trovano in Friuli, con il rischio concreto che passino altri decenni prima che questi beni possano essere riutilizzati a beneficio delle comunità locali.