Il termine Aganis (Anguane in italiano) deriverebbe dal latino "Aquileiese" aquana. Sono delle "ninfe" acquatiche tipiche della mitologia alpina e particolarmente note in Carnia. Il mito delle Aganis sembrerebbe derivare dalle ninfe romane, ma in esso è anche possibile trovare elementi della cultura germanica arcaica.
Le Aganis sono "spiriti" dei corsi d'acqua (fonti, fiumi, torrenti, ruscelli). Sono rappresentate in differenti modi, ma assumono sempre sembianze femminili; in talune occasioni sono giovani ed attraenti fanciulle, in altre anziane donne ma sempre assai "vispe". In particolare, era possibile scorgerle nelle notti di luna piena, quando si riunivano danzando avvolte da abiti bianchi; vesti che lasciavano poi asciugare al chiaro di luna.
Secondo la credenza popolare sarebbero le protettrici dei pescatori ed in molte occasioni avrebbero aiutato l'uomo. Si narra che abbiano insegnato alle donne la lavorazione della lana ed agli uomini la trasformazione del latte in formaggio. A loro veniva inoltre attribuito il potere di far sognare i bambini.
In Friuli si rintracciano un pò dappertutto racconti che narrano della loro presenza. In alcuni paesi si dava per certa la loro esistenza. Le leggende tramandano che nel torrente Macilla presso Chiusaforte era assai facile scorgerle mentre uscivano dall'acqua. Testimonianze simili sono state raccolte anche ad Andrèis, San Daniele, Blessano e Feletto.
Come lo scorrere dell'acqua, in talune circostanze sarebbero dolcissime, in altre estremamente perfide. Se offese porterebbero sfortuna per tutta la vita! Particolarmente cattive sarebbero le Krivopete "slovene" dalle quali è meglio stare alla larga.