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Il tajùt

In tutto il Friuli all’ora dell’aperitivo è tradizione bere all’osteria un tajùt di vino, spesso accompagnato da uno o più stuzzichini: qualche fettina di prosciutto insieme ad una scheggia di montasio e pane abbrustolito. Non è chiaro da dove derivi il termine “tajùt” sul quale si sono fatte numerose ipotesi.

Alcuni sostengono che, in origine, fosse il segno sul bicchiere indicante la “giusta misura” di vino che veniva elargita dall’oste. Altri invece ritengono che il termine sia nato per indicare una particolare mescola di vino che un tempo era realizzata con vini di bassa gradazione, che venivano poi “tagliati” con vini più corposi.

Oggi, più semplicemente, il temine “tajùt” indica all’oste il desiderio di un bicchiere di vino bianco (taj di blanc) o rosso (taj di ros).

L’abitudine di ritrovarsi con gli amici in osteria prima di andare al lavoro o al rientro a casa è ancora oggi molto sentita in tutto il Friuli.

Anche questa usanza ha, però, subito negli ultimi anni un certo ridimensionamento a causa delle restringenti nuove norme del codice della strada.

Molto interessante è l’articolo sul vino friulano che invitiamo a leggere.

 

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