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La chioccia d'oro

Molto tempo fa la Rocca di Monfalcone era circondata da una folta selva, un intricato labirinto di vegetazione che gli abitanti dei paesi vicini chiamavano “bosco del diavolo”.

A comando del forte vi era un uomo senza scrupoli che con l’ausilio dei sui armigeri depredeva e terrorizzava gli abitati vicini. In poco tempo divenne tanto ricco quanto sospettoso. Ossesionato dalla paura di perdere il suo tesoro decise di fare un patto con il diavolo: avrebbe ceduto la sua anima in cambio della protezione degli averi depredati.

E così fu, il diavolo trasformò i suoi soldati in terrificanti lupi che da quel giorno si prestarono alla guardia del tesoro. Non contento, il castellano fuse tutto l’oro rubato, modellando con stampi di argilla un falco ed una chioccia con tredici pulcini, con lo scopo di nascondere al meglio il metallo prezioso. Nel frattempo le scorrerie continuarono ad opera degli stessi lupi.

La gente ormai stremata dai continui sopprusi decise di armarsi ed assaltare il castello. Così, un gruppo di giovani armati si mise in cammino verso la Rocca. A guidare il piccolo esercito vi era Michele, un giovane del posto che si faceva strada nell’intricata boscaglia portando con se una croce. Forse per la giornata di pioggia, i lupi non riuscirono a fiutare il nemico che in poco tempo raggiunse, superandolo, il fossato della Rocca. Con stupore i giovani armati riuscirono ad entrare facilmente nella fortezza raggiungendo la cima della torre dove elevarono la croce.

Nel frattempo il castellano aveva tentato la fuga. Nascose parte del tesoro in una galleria segreta ponendo a guardia dell’ingresso tutti i suoi lupi, quindi tentò di scappare attraverso una seconda galleria, ma raggiunto dal diavolo venne trascinato via. I giovani armati iniziarono così la ricerca del tesoro recuperando però il solo falco d’oro. Molti anni dopo, nella rocca, fu edificata una cappella dedicata al Santissimo Crocifisso quale ringraziamento al Signore.

La chioccia d’oro con i tredici pulcini insieme a numerosi gioielli non venne mai ritrovata. Narra la leggenda che nelle notti di bufera è ancora possibile sentire l’ululato dei lupi che difendono il tesoro maledetto.

 

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