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I benandanti

Intorno al XVI-XVII secolo, in Friuli, si diffusero piccole congreghe che si adoperavano per la protezione dei villaggi e del raccolto dei campi dall’intervento malefico delle streghe.

Tale culto discendeva da antiche tradizioni pagane contadine già diffuse nel Centro-Nord Europa. Al centro di questo culto vi erano i Benandanti, portatori di energie positive il quale destino era segnato già dalla nascita (erano coloro che nascevano ancora avvolti nel sacco amniotico).

I Benandanti avevano il compito di lottare per la fertilità della terra combattendo contro streghe e stregoni. Si narra che coloro venivano scelti come benandanti erano in grado di fuoriuscire dai loro corpi, a volte sotto forma di nebbia altre volte prendendo l’aspetto di piccoli animali e in gruppo si riunivano per impedire i malefici. Si fronteggiavano, così, due eserciti: da un lato le streghe con le loro canne di sorgo dall’altra i benandanti armati solo di rami di finocchio. Gli scontri erano soliti avvenire durante i periodi delle quattro tempora (sono quattro distinti periodi di tre giorni – mercoledì, venerdì e sabato – di una stessa settimana approssimativamente per le tempora d’inverno fra la terza e la quarta domenica di Avvento, per le tempora di primavera fra la prima e la seconda domenica di Quaresima, per le tempora d’estate fra Pentecoste e la solennità della Santissima Trinità e per le tempora d’autunno fra la III e la IV domenica di settembre, cioè dopo l’Esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre). Se a prevalere erano i benandanti, sarebbero seguiti mesi di abbondanza e prosperità, mentre se a vincere fossero state le streghe, i poveri contadini sarebbero stati afflitti da lunghi periodi di fame e carestia.

Oltre ad essere potenti guaritori e terapeuti, i benandanti potevano vedere i morti in processione e ascoltare i loro messaggi. Il potere di vedere i morti era anche tipico delle donne benandanti che, in particolari occasioni (ad esempio al loro periodo mestruale o nel giorno della Commemorazione dei defunti), avevano visioni di conoscenti o parenti da poco defunti.

Con un termine altrettanto generico come quello di benandante, veniva assegnato il nome di strolighe alle fattucchiere che levavano le fatture malefiche e curavano mali.

Un attenta disamine viene fatta da Carlo Ginzburg nel libro “I benandanti. Ricerche sulla stregoneria e sui culti agrari tra Cinquecento e Seicento“. Secondo Ginzburg, nella realtà, si trattava di personaggi caratterizzati da un certo rifiuto dell’autorità, con una forte senso di indipedenza sempre, però, disponibili ad aiutare gli altri. Dunque, più guaritori che maghi.

Nonostante si presumesse fossero maghi buoni, fra 1575 e 1675 i benandanti furono decretati eretici dalla Santa Inquisizione. Verso la fine del Seicento tuttavia, l’Inquisizione allentò le sue inchieste e dei benandanti si persero le tracce anche per il poco seguito che ormai avevano tra la popolazione.

 

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